Come si insegna la danza: intervista esclusiva a Clara Santoni
1.) Quali elementi deve avere una buona scuola di danza e balletto?
Una buona scuola di danza deve rispettare caratteristiche ben precise che riguardano la struttura architettonica nella quale la scuola si colloca e la professionalità di coloro che vivono, conducono, organizzano e guidano la scuola.
Alcuni aspetti sono fondamentali ed imprescindibili: l’ambiente deve essere idoneo, piacevole ed utile all’apprendimento; i corsi devono essere organizzati meticolosamente e gli insegnanti devono essere ben preparati, seri e responsabili.
Altri elementi sono poi importantissimi per creare un’atmosfera rilassata per un migliore insegnamento ed apprendimento e sono l’entusiasmo, l’umiltà, la professionalità e la serietà.
Le sale devono essere ampie, ben illuminate e con una pavimentazione in legno, con struttura rialzata ed elastica, ideale per assorbire ed attutire i salti di piccole e grandi ballerine, al fine di prevenire danni a muscoli e tendini.
Molti pavimenti di questo tipo sono ricoperti di PVC appositi per il mondo della danza, permettendo così numerose attività sul pavimento.
Lungo le pareti devono esserci le sbarre di legno, fondamentali per lo studio della danza classica e posizionate a diverse altezze.
Una parete deve essere ricoperta da specchi per poter controllare i movimenti e praticare il “self control”.
Per offrire un percorso completo e professionale, una buona scuola di danza deve anche possedere un pianoforte così da accompagnare musicalmente gli allievi durante gli esami.
Un altro elemento a favore della Scuola è il materiale didattico a sostegno della pratica e della tecnica.
2.) Che cosa fa la differenza in un’accademia di spessore?
Un’accademia di spessore vanta un organico docenti altamente qualificato, capace di impartire tecniche di danza e balletto specifiche, ed il privilegio di selezione degli allievi che devono rispettare dei requisiti fisici particolari in grado di reggere lo stress fisico.
È quindi richiesto uno studio costante e meticoloso.
3.) Dici sempre che “non basta aver calcato un palcoscenico se non si sono approfondite le conoscenze in merito all’insegnamento”, perché? Credi che in Italia ci siano troppi “insegnanti improvvisati”?
Sì, penso che in Italia ci siano molti insegnanti inconsapevoli dell’importanza del ruolo che ricoprono.
Diventare un insegnante è un percorso complesso e per capirne la professionalità e la competenza bisogna far riferimento al curriculum ed all’esperienza, oltre che ai metodi d’insegnamento adottati.
Un insegnante di danza deve aver maturato un percorso di studi adeguato e deve conoscere, nel caso della danza classica, la tecnica accademica pura ed una buona conoscenza degli aspetti artistici, culturali e di costumi della danza e del palcoscenico.
È necessaria una conoscenza ottimale del corpo e della crescita psico-fisica di tutti gli allievi ed inoltre è importantissimo che contagi gli allievi con la sua passione per la danza.
A questo proposito, vorrei citare le parole di una “Signora” della Danza: Anna Maria Prina, direttrice della Scuola di Ballo del Teatro della Scala di Milano per ben 32 anni.
Ho avuto la fortuna ed il piacere di seguire assieme a lei un corso biennale di approfondimento sulla formazione professionali per insegnanti presso il Teatro Scaligero, conseguendo il Diploma rilasciato dal Teatro della Scala.
Le sue parole:
“…Tra l’essere un bravo interprete e un bravo insegnante, c’è un mondo in mezzo! E pochi danzatori lo vogliono capire. Aver ballato su prestigiosi palcoscenici e interpretato bene un ruolo non significa sapere e potere insegnare. Un danzatore intelligente potrebbe tenere una lezione ai professionisti, ma insegnare ai giovani è molto diverso. Oltre ad una naturale predisposizione verso l’insegnamento, sono necessarie basi pedagogiche e tecniche, occorre conoscere la metodologia della danza, l’anatomia, sapersi comportare con l’allievo durante la lezione. Più di tutto, è fondamentale essere curiosi, aggiornarsi costantemente, mettersi in discussione ed applicarsi per trovare una soluzione adatta ad ogni tipologia di allievo…”
Cit. – Anna Maria Prina –
4.) Quali sono i segreti di un vero ”danzatore”?
Diventare una ballerina o un ballerino significa diventare un artista in grado di fondere la musica con il linguaggio del corpo ed in grado di esprimere le emozioni di un brano con i movimenti e con l’espressività, eseguendo la coreografia assegnata.
É una professione che mette insieme fisicità, sensibilità, emozioni e competenze artistiche per trasmettere al pubblico sensazioni uniche e vere.
Per questo motivo bisogna ricordare che diventare ballerini professionisti significa allenare con costanza il proprio fisico ed la propria sensibilità ed espressività artistica.
È richiesto un costante impegno ed una forte tenacia nell’affrontare e superare gli ostacoli, sia fisici che emotivi, che si presentano in questa professione.
Umiltà e rispetto sono altre doti fondamentali di un ballerino o ballerina professionista.
5.) Come si diventa insegnante di danza? Tu come lo sei diventata?
Per diventare un insegnante di danza è necessario frequentare una scuola di danza e partecipare a numerosi e differenti corsi così da apprendere le principali tecniche dei vari stili, tra cui il classico, il moderno, il jazz ed il contemporaneo.
È bene perfezionarsi con costanza anche seguendo seminari, approfondimenti e corsi di perfezionamento.
Prima di dedicarsi alla carriera d’insegnante di danza è opportuno aver intrapreso la carriera di ballerina per maturare esperienza sul palcoscenico e nel mondo dello spettacolo così da poter trasmettere ai propri allievi tutti gli insegnamenti e la passione appresi da ballerina professionista.
Una volta raggiunta una concreta maturità artistica e professionale e volendo continuare a lavorare nel mondo della danza come insegnante è assolutamente necessario frequentare corsi specifici per insegnanti nei quali studiare materie indispensabili come: anatomia e fisiologia del movimento, fisiotecnica, storia della danza e della musica, repertorio accademico, coreografia ecc.
Non è da sottovalutare il fatto che per accedere ai corsi da insegnante bisogna superare un’audizione.
Non è quindi un percorso facile ed è per questo che ci vogliono costanza, determinazione, tanta passione e professionalità.
Sono richiesti infatti pre-requisiti specifici tra cui titoli di studio e nello specifico è richiesto un diploma di scuola media superiore e possibilmente un diploma da ballerino.
Ovviamente una buona predisposizione all’insegnamento è fortemente consigliata in quanto è considerata come un aspetto fondamentale per riuscire ad impartire agli allievi gli insegnamenti, al fine di ottenere risultati positivi e soddisfacenti.
Anche il mio percorso è stato molto lungo e complesso. Ho dovuto sostenere numerosissimi esami ed audizioni che hanno arricchito le mie competenze, formando e rafforzando il mio carattere e la mia persona.
Il mio percorso è iniziato all’età di 6 anni, quando ho iniziato uno studio quotidiano della danz, fino a maturare una pluriennale esperienza nel mondo dello spettacolo, salendo sul palco sia come ballerina, coreografa ed insegnante, grazie ad un intenso e costante impegno nella didattica dell’insegnamento del balletto classico e della danza contemporanea.
Nel 1992 ho ottenuto una borsa di studio che mi ha dato la possibilità di perfezionarmi presso il celebre Teatro Statale del Balletto Classico di Mosca al fianco di figure come E. Maximova e V.Vassiliev.
L’anno successivo, nel 1993, ho ottenuto il Teaching Diploma Grade Word alla Royal Academy of Dance di Londra. È un Diploma da Insegnante, specializzato nella formazione dei giovani allievi, che prevede uno studio biennale ed il superamento di numerosi esami sia pratici che teorici.
Nel 1996 ho conseguito l’Advanced Teaching Diploma, il più alto e prestigioso titolo della Royal Academy che necessita di una profonda e completa conoscenza dei principi e delle fondamenta del balletto classico.
Successivamente, nel 1998, ho ottenuto il Diploma come insegnante di danza calssico-accademica rilasciato dal Teatro della Scala di Milano ed ottenendo un attestato di specializzazione dalla Regione Lombardia.
Nel 2000 il Senato dell’Università di Zagabria mi ha rilasciato un’equipollenza, pari ad una laurea, nelle materie artistiche del balletto classico e mi ha onorata del titolo di Insegnante di balletto.
Nel 2007 torno alla Royal Academy of Dance di Londra dopo aver accettato l’incarico di Supervisore come esaminatrice di allievi ed insegnanti.
Nel 2016 ho quindi conseguito il Diploma di Insegnante di Balletto Classico della Royal Ballet School di Londra con una emozionante cerimonia tenutasi a Covent Garden.
È stato un vero onore in quanto sono stata la prima ed unica italiana insegnante diplomata in questa prestigiosa scuola.
6.) Che cosa non deve mancare in un curriculum di un vero insegnante di danza?
Nel curriculum di un vero insegnante di danza non deve mancare almeno un Diploma Professionale da Insegnante di danza.
Negli ultimi tempi moltissimi “insegnanti” conseguono questo diploma in un paio di giorni o in una settimana al massimo, frequentando corsi di breve durata.
Un percorso serio non può durare meno di due anni e deve includere una specializzazione.
Portare a termine un percorso completo significa seguire un percorso didattico quotidiano di studio e di insegnamento della danza, per la durata di almeno otto anni.
7.) Il ricordo più emozionante della tua carriera?
I ricordi sono moltissimi.
Ogni momento della mia vita e le diverse fasi mi hanno regalato grandissime emozioni ma se dovessi sceglierne alcune direi che le più grandi sono state:
L’aver ottenuto nel ’92 un’importante borsa di studio che mi ha portato a studiare assieme alla Compagnia del teatro Statale del Balletto Classico di Mosca.
Trovarmi alla sbarra con Ekaterina Maximova e Vladimir Vassiliev ha suscitato in me moltissime e forti emozioni che ancora oggi mi tornano alla mente.
Aver frequentato il Teatro alla Scala di Milano alla fine degli anni ’90 per ottenere il Diploma di Insegnante di Danza Classico-accademica da parte dell’E.A.
All’epoca, per accedere al corso insegnanti bisognava sostenere un’audizione che si svolgeva proprio all’interno di quel magnifico Teatro.
Mi sembrava di camminare in un altro mondo, come se fossi stata in un’altra dimensione.
Anche essere riuscita a far esibire i miei allievi al Gran Teatro La Fenice di Venezia nel maggio del 2007 e nell’aprile del 2008 è stata un’emozione unica ed una soddisfazione immensa.
Mi ricordo poi la strepitosa serata durante la quale mi fu assegnato il prestigioso Premio Internazionale di Danza Classica Maria Antonietta Berlusconi per i Giovani al Teatro Manzoni di Milano nel 2014.
Sono rimasta senza parole quando ho vinto il premio più importante del concorso, il Premio Speciale Silvio Berlusconi della Sezione Formazione. Era il premio più ambito di tutti poiché corredato da un consistente premio in denaro.
Sicuramente l’esser stata la prima ed unica italiana diplomata insegnante alla prestigiosa e famigerata Royal Ballet School di Londra nel 2016 è stato un onore ed un’emozione indimenticabile.
È stato il coronamento di due anni di continue e magnifiche emozioni al fianco delle Stelle del mondo della Danza, come ad esempio Darcey Bussel che mi ha consegnato il Diploma di persone.
Ancora sorrido al pensiero.
8.) La tua soddisfazione più grande?
La mia soddisfazione più grande è sicuramente insegnare rispettando TUTTI i miei allievi ed avere la loro riconoscenza per il lavoro fatto.
Potremmo dire che la soddisfazione più grande è riassunta in due semplici parole: “Grazie Maestra!”
9.) Ti batti per una danza che sia assolutamente inclusiva: raccontaci perchè e quali progetti hai messo in campo.
Il mio progetto si pone come obiettivo quello di unire nel mondo del balletto classico le finalità della Dance Ability. È un tipo di danza che si fa in gruppo con persone sia abili che disabili ed è proprio così che nasce la magia. È un momento in cui ciascuno di noi si allontana da tutte le sovrastrutture mentali e si incontra e comunica attraverso il linguaggio già arcaico che esista: la danza del corpo.
Tutti coloro che prendono parte alla classe sono uguali, non esistono diversità ma solo emozioni.
Il mio obiettivo è quello di coniugare diversità e danza, per creare uno spazio dove ognuno è libero di essere se stesso.
È un progetto volto a favorire la crescita delle persone attraverso il percorso artistico della Danza, grazie al quale creare uno spazio comunitario in cui entrare in relazione e scoprire il mondo della disabilità, per una crescita personale e professionale.
L’obiettivo è raggiungere un beneficio collettivo, al fine di promuovere la Danza come strumento formativo dell’intera persona, educando all’ascolto di se stessi e degli altri, migliorando la propria autostima, educando alla sensibilizzazione ed alla valorizzazione della diversità che rende unici.
Con le giuste condizioni la disabilità quasi si annulla, donando a tutti l’opportunità di fare esperienze e di dare ai giovani ballerini la possibilità di conoscere e comprendere la disabilità, che non è altro che un sinonimo di uguaglianza.
10.) Secondo te esiste un limite di età per ballare?
Assolutamente no! La danza è di tutti e per tutti.
Esistono infiniti stili di danza ed è importante individuare quello che più si adatta e che rispecchia ognuno di noi.
La nostra allieva più “grande” ha 71 anni e studia balletto classico ed è la prova che la danza non ha età e non ha limiti.
11.) Che cosa un insegnante di danza non dovrebbe mai fare in classe?
Sfortunatamente nella mente umana i giudizi negativi permangono nella memoria più a lungo di quelli positivi e possono causare effetti devastanti, soprattutto nelle personalità più fragili. Hanno un impatto maggiore se provengono da qualcuno che stimiamo e rispettiamo. Ecco perché dobbiamo prestare moltissima attenzione in ciò che diciamo, comunichiamo e nel modo in cui ci poniamo.
In particolare, l’insegnante di danza deve valutare attentamente il tipo di correzione che impartisce e come la comunica ai propri allievi.
Ogni insegnante porta in classe e condivide il proprio stile personale, il proprio bagaglio e le proprie esperienze come ballerino e come allievo.
Passare da ballerino ad insegnante comporta grandi responsabilità e consapevolezza. Un buon Maestro non deve mai sfogare sui suoi allievi le frustrazioni e le negatività che ha dovuto affrontare da studente ma deve mantenere un atteggiamento ed uno spirito positivo, insegnando e distribuendo rispetto, lui per primo.
È con i fatti che si impara, nella danza come nella vita.
12.) Un genitore che cosa dovrebbe chiedere alla scuola prima di affidare il proprio piccolo ballerino?
Il desiderio più grande per un genitore è il bene del proprio figlio.
Ecco perché dovrebbe chiedere alla scuola competenza, professionalità, precisione e rispetto, verificandone ogni aspetto.
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